Sono Ghino Asparghino, la mascotte ufficiale della Sagra dell’Asparago Verde di Altedo IGP. Ma non sono mica nato ieri, eh! Sono un altedese DOC, cresciuto tra gli argini del Reno e i filari di asparagiaie, dove si respira terra buona e si sogna col profumo dei turioni appena raccolti.
Le mie origini? Da manuale… agricolo!
Sono agronomo di professione – e non per modo di dire – conosco l’asparago verde come le mie tasche: dalla zampa al turione, passando per la sgorbia, che da noi si chiama “al curtell”. Ma non è solo questione di tecnica: l’Asparago Verde di Altèdo IGP è una poesia che si coltiva con pazienza e si cucina con rispetto. Un’eccellenza che nasce da un patto antico tra l’uomo e la terra – i Patti di Altedo del 1231, per capirci, venuti ben ventisei anni prima del Liber Paradisus e della liberazione dei servi a Bologna!
Sagra? Una seconda casa.
La Sagra? È la mia grande passione. Sono volontario da sempre, anzi, mi dicono che a volte sono un po’ il motore (altro che elettrico!) delle cucine, dei balli, delle risate. A TuttAsparago, il ristorante della Sagra gestito dai grandi Maurizio Peccolo e Mauro Spadoni, passo il tempo a fare il galoppino… ma anche l’assaggiatore ufficioso, sia chiaro. E di piatti con l’asparago, credimi, ne ho visti di ogni: dai flan delicatissimi alle lasagne da far commuovere anche un T-rex.
Ma non vivo solo di asparagi!
Nel tempo libero gioco a calcio (sono un jolly: portiere, regista, attaccante, basta che si corra), a basket comando come un playmaker navigato e al ping pong… rovescio che levati Nadal! La bici è la mia libertà, ma non disdegno neanche le serate danzanti della Sagra: dal liscio alla techno, se c’è da scatenarsi io ci sono – con la mia fascia da asparago, ovviamente.
Ma il mio scopo? Far brillare Altedo.
Sì, perché Altedo non è un paesino qualsiasi. È la culla dell’asparago verde più buono d’Europa, una terra che ha saputo trasformare la fatica in eccellenza, la nebbia in sapore. Io sono qui per questo: per farvi sorridere, incuriosirvi, e magari… farvi venire voglia di fare un salto alla Sagra. Così, per vedere che aria tira.
Spoiler: tira profumo di buono.
