la storia e la tradizione della Sagra dell’Asparago

Un ortaggio nobile, una comunità orgogliosa

L’Asparago Verde di Altèdo IGP non è solo un prodotto agricolo di eccellenza, è un simbolo identitario, un emblema di un territorio che ha saputo trasformare la fatica nei campi in cultura condivisa, sapori unici e momenti di festa. La Sagra che ogni anno lo celebra ad Altèdo è il risultato di una tradizione agricola antica, di visioni politiche lungimiranti e soprattutto di una comunità unita che ha saputo custodire e valorizzare il proprio patrimonio.

Le radici antiche: un ortaggio da re (e dei)

L’asparago, nella sua forma selvatica, era già noto nell’antico Egitto oltre cinquemila anni fa. Sacro agli dei, presente nei riti funebri, lodato da Greci e Romani per le sue proprietà medicinali e afrodisiache. I Romani furono i primi a coltivarlo su larga scala e ne esportarono l’uso in tutto l’Impero, fino alle province settentrionali dove oggi sorgono le terre di Altèdo.

Nel XIII secolo, in piena età comunale, nasce ufficialmente l’abitato di Altèdo grazie ai celebri Patti del 1231, firmati dal Comune di Bologna e centocinquantacinque famiglie lombarde libere. Un documento fondamentale che precede di oltre venticinque anni persino il Liber Paradisus, anticipando il principio del lavoro libero e dignitoso nelle campagne.

Dalla terra alla tavola, passando per la politica

Il vero salto di qualità per l’asparago di Altèdo arriva nel XX secolo, quando l’introduzione della varietà ‘Argenteuil’ ne affina le qualità e lo rende protagonista dei mercati ortofrutticoli.

E qui entra in gioco la Sagra, che nasce nel 1970, un po’ per orgoglio campanilista, un po’ per genio amministrativo. Fu Primo Carlini, allora sindaco, a lanciare l’idea, ispirato da un articolo su “L’Espresso” che accostava Altèdo a Napoli per la produzione d’asparagi. Da lì, con appena trecentomila lire, si accese una scintilla che da oltre cinquant’anni alimenta una delle feste più amate dell’Emilia-Romagna.

Gastronomia, cultura e comunità: il cuore della festa

Sotto la guida di sindaci come Gloriano Tinarelli, la Sagra è diventata un evento nazionale: convegni, mostre, concorsi, spettacoli e naturalmente la regina delle tavole – l’Asparago Verde di Altèdo IGP – declinato in tutte le sue forme nei piatti preparati dagli chef del ristorante TuttAsparago, oggi diretto dai maestri Maurizio Peccolo e Mauro Spadoni.

Tra i momenti più amati c’è il Concorso gastronomico nazionale “Una ricetta con l’asparago verde”, il Ricettario annuale distribuito in tutto il mondo e le Serate d’Autore, dove piatti e racconti si mescolano in una sinfonia perfetta di sapori e storie.

La Sagra oggi: una festa lunga quindici giorni

Ogni anno a maggio, Altèdo si trasforma. Le strade si riempiono di profumi, di risate, di musica e di visitatori da tutta Italia. Il programma spazia da eventi musicali e culturali a laboratori per bambini, senza dimenticare il mercato contadino, le mostre storiche, il Luna Park e naturalmente il ristorante TuttAsparago, che serve centinaia di piatti ogni sera.


In conclusione

La Sagra dell’Asparago Verde di Altèdo IGP non è solo una festa di paese. È una dichiarazione d’amore verso la terra, un’espressione concreta di libertà, lavoro e cultura, nata dai Patti del 1231 e cresciuta nei decenni fino a diventare una delle manifestazioni gastronomiche più riconosciute d’Italia. Un rito collettivo dove la tradizione agricola si fonde con l’innovazione culinaria, la memoria si mescola al gusto, e ogni mazzo di turioni racconta una storia lunga oltre otto secoli.

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